UNA SPIA DEL REGIME /
DOCUMENTI E NOTE A CURA DI ERNESTO ROSSI
3. ED. RIV. E AMPLIATA
FELTRINELLI, 1968
291 Pagine. ; 18 CM.
COLLEZIONE : UNIVERSALE ECONOMICA ; 564
NOMI: ROSSI, ERNESTO
SOGGETTI: DEL_RE, CARLO
- SPIONAGGIO E CONTROSPIONAGGIO MUSSOLINI- OVRA BALBO ITALO - BAUER
RICCARDO- BLOCCHINI ARTURO- LETO GUIDO- LUSSO EMILIO - NUDI
FRANCESCO- NITTI FRANCESCO FAUSTO- PACCIARDI RANDOLFO- PARRI
FERRUCCIO – ROSSELLI CARLO- ROSSI ERNESTO- SALVEMINI GAETANO-
TARCHIANI ALBERTO- VEZZARI SANTORRE-GIUSTIZIA E LIBERTA’.
DALL’ULTIMA DI COPERTINA:
UNA SPIA DEL REGIME
a cura di Ernesto Rossi
questa, la terza edizione, corredata di nuovi documenti
recentemente scoperti, di un libro famoso: un libro che potrebbe
sembrare frutto della straordinaria fantasia di un grande
romanziere e che
invece è tutto fatto di documenti, di lettere, di testimonianze, di
telegrammi, ecc., i quali alla fine compongono un quadro pressoché
allucinante del "maleodorante retrobottega" della polizia
fascista,
del partito fascista, di una magistratura completamente asservita
all´esecutivo: al limite si tratta del "modello," tutt´altro che
superato, di una società in disfacimento, decadente e corrotta.
Come qualche lettore ricorderà, al centro dell´infame mosaico c´è
un incredibile personaggio, un intellettuale quattro volte
laureato.spia della polizia, confidente dell´Ovra, dipendente della
Polizia Germanica di Sicurezza, regolarmente iscritto all´albo
degli avvocati e procuratori... Di questo personaggio, Ernesto
Rossi scrive nell´introduzione: "II protagonista del dramma si
denuda nel carteggio fin degli ultimi stracci, di cui l´educazione
e le convenzioni sociali l´avevano rivestito, e si mette nelle pose
piu sconce per far meglio ammirare le purulente pustole di cui è
ricoperto: mentre reclama il prezzo del tradimento, si indigna
contro i compagni fuorusciti che lo hanno denunciato sui giornali,
sulla base di semplici indizi, quale spia; mentre trema e non sa
piu dove nascondersi per sfuggire alla meritata vendetta, offre i
suoi servigi, per sbarazzare il "regime" dei capi dell´antifascismo
residenti all´estero; mentre striscia nella polvere, raccontando le
sue disgrazie per ottenere maggiori aiuti, ricatta arrogantemente
le persone stesse alle quali si rivolge; mentre fa
mostra dei piu nobili sentimenti, inganna la madre, insozza la
sposa, tradisce i vecchi amici d´infanzia, protesta perche due
"giellisti" da lui denunciati sono stati prosciolti in istruttoria.
Arriva fino a trarre profitto dal suicidio in carcere di uno dei
compagni da lui traditi,Umberto Ceva, per chiedere un aumento del
compenso; arriva fino e denunciare come antinazionali la suocera e
il cognato... Il Del Re è veramente un eroe del nostro tempo."
A distanza di tanti anni, l´allucinante mosaico non ha perduto
nulla del suo fascino sinistro e del suo grande valore di verità.
Copertina´ Silvio Coppola
DA INTERNET.
Una spia del regime, Ernesto Rossi, pubblicista ed uomo politico,
fu a capo dell´organizzazione antifascista "Giustizia e Libertà",
insieme a Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini.
La vicenda di Carlo Del Re, avvocato milanese che consentì nel 1930
al regime, con la sua opera di infiltrato e di agente provocatore,
di smantellare l´organizzazione antifascista di "Giustizia e
Libertà", almeno per quanto riguarda i militanti di maggior rilievo
operanti in Italia, ebbe grande risonanza sia nella metà degli anni
trenta che, terminato il conflitto, fino ai primi anni sessanta.
Ciò fu dovuto alla circostanza che gli esponenti del gruppo
antifascista riparati in Francia, di grande spessore intellettuale
e civile, riuscirono a smascherare immediatamente il ruolo
dell´agente provocatore, viceversa pervicacemente mantenuto occulto
dall´OVRA e dai Tribunali, alimentando una importante campagna
internazionale che mise sotto pressione Mussolini. Inoltre, aspetti
del tutto peculiari furono la personalità di Del Re e i complicati
risvolti psicologici che caratterizzarono nel corso degli anni la
sua figura, ove solo si pensi alle motivazioni veramente poco
nobili che lo indussero al tradimento dei suoi compagni nonché alla
lunga battaglia legale che questi intentò nei confronti di Ernesto
Rossi, quando tutte le evidenze, nel dopoguerra anche documentali,
non lasciavano certo spazi di dubbio su ciò che era accaduto.
Il contributo della ricostruzione storiografica è in realtà molto
significativo per bene comprendere i meccanismi interni di
funzionamento del regime. In particolare, la necessità avvertita
nella prima fase del ventennio di governo di costruire prove di
attività criminali per contenere ed annientare gli oppositori;
l´assoluta dipendenza della magistratura dei Tribunali speciali
dagli ordini dell´Esecutivo; gli effetti tuttavia drammatici sulla
vita di molte persone dei metodi allora usati per eliminare il
dissenso politico, come dimostra la parte del libro dedicata al
suicidio di Umberto Ceva. Non va trascurata, inoltre, l´opportunità
che la lettura dell´opera offre di apprezzare le profonde
motivazioni civili e l´incrollabile etica che sostenevano
l´antifascismo di matrice liberal-socialista che trovò a Parigi,
sotto la direzione di Gaetano Salvemini, un punto forte di
aggregazione nel quale si ritrovarono personaggi del calibro di
Emilio Lussu, Francesco Fausto Nitti, Carlo Rosselli e tanti
altri.
Fu forse proprio per amore di verità e per la profonda ferita che
il tradimento di Del Re aveva provocato all´interno del gruppo,
certo al di là di quanto la sensibilità politica di uomini così
avvertiti aveva certamente messo in conto di ricevere dal fascismo,
che "Giustizia e Libertà" e in particolare Ernesto Rossi non hanno
mai spento i riflettori su questa vicenda conducendo una coraggiosa
battaglia, anche storiografica, sia nei lunghi anni di confino, che
videro Ernesto Rossi teorizzare il federalismo europeo per poi
partecipare al Partito d´Azione, sia nel momento in cui la rivalsa
giudiziaria di Del Re sembrava trovare appoggio in quelle pieghe
dell´apparato che non avevano ancora preso pienamente le distanze
dal regime.
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